Chi ama il blu è una persona calma e tranquilla, chi opta per il rosso vuole essere sensuale, chi sceglie il verde comunica una rinascita, il giallo lo sceglie un tipo allegro, mentre il viola chi vuole essere misterioso. Tutto questo simbolismo può far comodo per categorizzare una persona e i colori che sceglie per la camera da letto o il vestito da sera, ma è un manuale in realtà troppo semplificato, e a tratti sbagliato, di quello che siamo e che decidiamo.
I colori influiscono sul nostro stato d’animo
Che i colori influiscano sul nostro stato d’animo e dicano qualcosa di noi è vero, ma non si può generalizzare.
«Oggetti, colori, atmosfere: tutto ha una ripercussione sul nostro umore, a livello conoscitivo, emotivo e decisionale», spiega Osvaldo Da Pos, docente di psicologia della percezione all’Università di Padova. «Certi colori innescano sia reazioni comportamentali ed emotive universali, sia reazioni apprese, perché legate a esperienze personali e soggettive». Insomma, sembra banale dirlo, ma ognuno di noi è diverso dagli altri e così lo sono le percezioni che abbiamo delle cose che ci circondano, in primis dei colori.
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Concentrazione o accoglienza?
Molti si chiedono quali nuance siano più adatte per i vari ambienti della casa a seconda che si voglia un’atmosfera calmante, conviviale o concentrata, ma una ricetta universale non esiste. L’esercizio da fare è individuale. Attraverso la propria esperienza, bisogna capire quale colore rappresenta di più l’emozione o l’intenzione che si vuole trasmettere, perché verbalizzare nei segni e nei colori ciò che vogliamo dire è importante.
I colori caldi e quelli freddi
«Farlo non è facile, perché non siamo abituati. La prima distinzione da fare è quella tra colori caldi e freddi», consiglia l’esperto. I primi sono quelli che vanno dal rosso al giallo, mentre i secondi vanno dal verde al blu, con tutte le sfumature interne. «I colori
caldi sono universalmente percepiti come accoglienti, danno un senso di piacevolezza e creano un ambiente umanamente attraente, comprensivo e aperto alla comunicazione.
Quelli freddi, invece, trasmettono distacco e danno la sensazione di un ambiente formale e competitivo», spiega Da Pos. Dopo aver compreso quale famiglia di colori è più adatta a noi e alla sensazione che vogliamo vivere quando osserviamo la parete delle camera da letto o del salotto, non dobbiamo tralasciare il concetto di sfumatura, che influisce molto sulla percezione. «Una persona coglie meglio il calore o la freddezza di un colore se questo è sfumato. Un rosso vivo ha lo stesso effetto eccitante di un blu o un verde intenso», chiarisce lo psicologo.
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La luce
Al concetto di sfumatura si aggancia automaticamente quello di illuminazione, fondamentale nella percezione del colore e nel ricreare atmosfere, da quella più rilassante a quella più attiva e conviviale. «Come per i colori, tutti siamo consapevoli di
due tipi di illuminazione: calda e fredda», spiega Da Pos. «Le luci molto fredde, azzurre, di solito non piacciono nell’ambiente domestico, a meno che non vengano utilizzate per una zona di lavoro o di studio, dove serve concentrazione. Quelle calde,
giallognole, sono più adatte alle zone della casa dedicate al relax. Se usiamo una luce fredda per leggere prima di andare a dormire, infatti, faremo più fatica a prendere sonno».
Una volta compreso a quale atmosfera, se calda o fredda, la nostra mente risponde meglio e trae maggiore benessere, le distinzioni da fare si spostano su altre categorie. Vogliamo pochi o molti colori? Contrastanti o simili? Combinazioni tradizionali
oppure originali? «È il binomio del semplice o del complesso: la semplicità è una virtù, ma rischia di trasmettere noia, mentre la complessità è ricchezza, ma se eccessiva diventa complicazione», spiega lo psicologo.
«Anche qui, dipende da come ci sentiamo in quel momento della nostra vita, se vogliamo essere originali, quindi diversi, o semplici, in linea con ciò che viene accettato e riconosciuto dalla società». Dopotutto, le preferenze di una persona riguardo ai colori raccontano qualcosa della sua personalità, nella casa come nell’abbigliamento.
Quando vogliamo farci notare
Ma tutte le volte che ci vestiamo stiamo davvero comunicando un’intenzione? «Dipende, a volte scegliamo gli abiti e i colori perché piacciono a noi, altre volte perché vogliamo essere notati durante una riunione, una festa o una cena», sottolinea l’esperto.
Che nella scelta dell’abbigliamento per alcune occasioni intervenga la nostra psicologia, lo ha dimostrato anche uno studio condotto a Singapore pubblicato sul Journal of Consumer Psychology, secondo cui la gelosia può condizionare i nostri acquisti, facendoci scegliere vestiti ed oggetti che catturano gli sguardi. «Agli occhi delle persone esistono dei gusti standard e dei gusti che possiamo definire originali e diversi, che vengono notati subito perché non tradizionali», sottolinea Da Pos.
Dal colore della parete che vediamo ogni giorno quando ci svegliamo al colore della maglietta che indossiamo, conoscere le intenzioni e le emozioni che vogliamo suscitare negli altri o in noi stessi, è importante per fare scelte migliori per la nostra
percezione. L’importante è guardarsi dentro e non sottostare a facili simbolismi.
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I colori chiari
Verde chiaro, azzurro tenue, lilla: è molto frequente trovare questi colori nei corridoi e nelle stanze degli ospedali. Il bianco, usato molto in passato perché simbolo di pulizia e igiene, è stato ormai abbandonato per colpa della sua impersonalità e freddezza. «Più che sui colori, bisogna lavorare sulle gradazioni e sulle tonalità», spiega Augusto Iossa Fasano, psicoanalista freudiano e consulente psichiatra dell’Asl di Milano.
I colori per i luoghi di cura
«Per un luogo come l’ospedale è necessario scegliere colori non violenti, a fronte di una medicina che a volte può esserlo. Meglio sfumare: l’intensità simbolizza il trauma, la gradazione invece ricorda la cura, la de-gradazione della malattia». Anche un colore forte come il rosso, se sfumato nei suoi toni più dolci può diventare un’accogliente rosa, ma nella sua vividezza fa parte dei colori da evitare, insieme al nero e al giallo.
«Nelle loro tonalità più forti sono troppo aggressivi, simboleggiano lutto e pericolo»,
sottolinea Iossa Fasano. Se nelle stanze e nei corridoi dei reparti ospedalieri le sfumature tenui hanno la funzione di rilassare e dare conforto a pazienti, in ambienti di passaggio come le sale di attesa, soprattutto quelle degli studi specialistici, è concesso osare di più.
«Il paziente va accolto in un ambiente confortevole, ma non banale e asettico, quindi mai bianco» conclude lo psicologo. «Nella sala d’attesa si può utilizzare un colore vivace, in linea con la natura più rumorosa della stanza, mentre all’interno dello studio, dove si svolge l’incontro tra specialista e paziente, è bene usare una tonalità tenue».
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