Il mondo dei sogni affascina da sempre l’umanità intera, ma capita spesso che non ci ricordiamo cosa abbiamo sognato. Perché? A questa domanda hanno risposto i ricercatori della Berkeley University, guidati dal professor Kelly Bulkeley, esperto di studi onirici.

Sono molti i fattori che ci impediscono di ricordare quello che abbiamo sognato. Innanzitutto le malattie del sonno, come le apnee notturne e l’insonnia, ma anche lo stress, l’abuso di alcol e droghe.

Ma c’è di più: risvegliarsi bruscamente ha l’effetto di cancellare i sogni. Insomma il più grande ostacolo a ricordare è proprio la sveglia, che ci desta all’improvviso. Ci alziamo dal letto e cominciamo a focalizzarci su quello che ci aspetta durante la giornata. Un risveglio di questo tipo rende la possibilità di ricordare il sogno praticamente impossibile.

Ci sono però persone che sostengono di non ricordare mai i sogni e che non fumano, non bevono, non mettono la sveglia, non sono stressati. Insomma sostengono di non sognare, andando contro la teoria generale che tutti sogniamo. L’esperto James Pages in una ricerca durata due anni ha dimostrato che i non sognatori in realtà sono meno dell’1% della popolazione. Inoltre sono generalmente disoccupati e senza interessi creativi.

Un metodo per ricordare i sogni è quello di cominciare a farlo come compito. Appena svegli occorre sforzarci e scrivere immediatamente quello che abbiamo sognato. In questo modo – in assenza dei fattori di rischi – praticamente tutti siamo in grado di ricordare.

La ricerca suggerisce infatti che le persone più interessate a ricordare i propri sogni hanno maggiori possibilità di riuscirci.

Francesco Bianco

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