È giusto dare una paghetta ai figli?

Alcuni genitori danno la paghetta ai propri figli con cadenza settimanale o mensile, altri lo ritengono un comportamento “diseducativo” e altri ancora pensano non sia strettamente necessario visto che bambini e ragazzi hanno già tutto ciò che serve loro. Molto spesso, in questi casi, mamma e papà non sanno come agire perché nutrono dei ragionevoli dubbi su ciò che sia meglio o peggio per la prole.

Quindi, è giusto dare una paghetta ai figli?

«Si tratta di un’ottima abitudine, nient’affatto deleteria o diseducativa» chiarisce Rosanna Schiralli, psicologa, psicoterapeuta e Presidente del Festival Nazionale dell’Educazione (puoi chiederle un consulto qui). «Tuttavia bisogna saper gestire bene questa pratica, ponderando quanto e a quale età dare la paghetta».

A che età si comincia a dare la paghetta?

«Prima dei 10 anni è uno strumento inutile perché i bambini sono ancora troppo piccoli per avere delle “esigenze” personali e per comprenderne appieno il senso» spiega Schiralli. «Meglio aspettare l’ingresso alla scuola secondaria, che presuppone anche una maturazione psicologica diversa: diciamo, quindi, che a partire dagli 11 anni si potrebbe iniziare a dare piccole somme di denaro con cadenza settimanale o mensile».

Perché è giusto dare la paghetta?

«Il ragazzino inizia ad avere un rapporto diretto con i soldi e a capire il valore reale di ciò che acquista, che siano figurine, gelati, giochi, libri, ricariche del cellulare e golosità varie» chiarisce la psicoterapeuta. «Inoltre i figli, ricevendo del denaro da utilizzare nel modo che preferiscono, iniziano a sentirsi autonomi: sapere di poter spendere qualche euro per comprare qualcosa li fa sentire “grandi” e indipendenti. Il messaggio che passa è che i genitori si fidano del bambino o dell’adolescente, riconoscono che sta maturando e autorizzano questa inevitabile crescita».

Quanto si deve dare?

«La somma di denaro deve essere equilibrata rispetto all’età del figlio: se il bambino frequenta ancora la scuola secondaria, potremmo dargli circa 8 euro a settimana, mentre se il ragazzo è ormai un adolescente, potremmo stare sui 20 euro settimanali» spiega la psicoterapeuta.

E se il denaro viene speso male?

«Inizialmente mamma e papà si accorgeranno che i figli dilapidano la somma di denaro nel giro di qualche giorno, ritrovandosi senza soldi prima della fine della settimana» avverte Schiralli. «Ma è un processo del tutto normale, visto che bimbi e ragazzi non hanno la misura del denaro, non hanno mai maneggiato i soldi e non sanno come regolarsi. Bisogna far capire loro come possono gestire i piccoli acquisti, responsabilizzandoli all’economia. I genitori non devono togliere la paghetta né devono usarla come arma di ricatto, perché è bene che i figli facciano esperienze personali con tutto ciò che ne consegue».

Si possono dare “aggiunte”?

«Questo è un punto fondamentale: i genitori non devono assolutamente fare deroghe ed eccezioni. Se il figlio spende tutta la paghetta prima del tempo, mamme e papà non devono dare aggiunte, altrimenti passa il messaggio che a ogni nuova richiesta il genitore sia sempre pronto ad aprire il portafoglio» ammonisce la psicoterapeuta. «Un consiglio: la fermezza e la coerenza devono venire da entrambi i genitori, perché se uno dei due cede alle richieste viene meno l’autorevolezza genitoriale. I genitori separati, invece, devono mettersi d’accordo e non agire indipendentemente l’uno dall’altro, per evitare di elargire somme di denaro non congrue» conclude Schiralli.

Chiara Caretoni

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