nazionale italiana schemi di gioco

Le abbiamo prese di santa ragione. Dopo le prime due vittorie con il Belgio e la Svezia, la sconfitta contro l’Irlanda ha riportato gli azzurri della Nazionale coi piedi per terra. Difensori confusi, centrocampisti a caccia di farfalle, attaccanti sonnolenti: tutti i commentatori sportivi concordano nel dire che manca il gioco di squadra. In vista degli ottavi contro la temibile Spagna, servirebbe un bel ripasso degli schemi di gioco: chissà se il c.t. Conte ha sentito parlare del mental training “Joint Action Imagery”, la nuova tecnica di allenamento fuori dal campo che permette di esercitare il cervello dei giocatori migliorando la loro dimestichezza con le strategie di gioco.

L’hanno sviluppata i neuroscienziati che lavorano presso il Cluster of Excellence Cognitive Interaction Technology (CITEC) dell’Università di Bielefeld, in Germania. La parola d’ordine è puntare tutto sulla capacità di immaginazione dei calciatori: e i risultati sembrano esserci, visti i primi test fatti sui giocatori di calcio a cinque.

«Nel calcio come negli altri sport, tutti i giocatori devono agire in armonia fra loro, soprattutto quando si tratta di svolgere azioni tattiche», spiega il professore Thomas Schack. «Ormai i giocatori della stessa categoria hanno più o meno tutti la stessa preparazione atletica: per questa ragione – aggiunge – la concezione mentale di un’azione tattica di squadra può rappresentare un vantaggio decisivo. Il problema per molti giocatori è che non memorizzano o memorizzano male le istruzioni che vengono date loro».

Per migliorare l’apprendimento, i neuroscienziati hanno sviluppato questo nuovo mental training che si basa su immagini e spiegazioni testuali delle tattiche più tipiche: l’obiettivo è quello di permettere al calciatore di entrare mentalmente nella situazione di gioco, immaginando il lavoro di squadra fino alla realizzazione del gol.

I ricercatori lo hanno sperimentato su 12 giocatori del calcio a cinque. In ciasuna seduta di “allenamento mentale”, gli sportivi hanno osservato attentamente una foto con l’azione tattica in svoglimento, per poi immaginarsi al posto di uno dei giocatori in campo. A questo punto, l’allenatore ha spiegato le manovre di gioco da effettuare (ad esempio “intercetti la palla sulla destra”, o “scarta a sinistra l’avversario”) e ha chiesto a ciascuno di immaginare la scena ripetutamente per almeno dieci volte di fila. Questo esercizio è stato fatto due volte a settimana, e ripetuto in autonomia da ogni giocatore a casa propria una volta a settimana con l’ausilio di un testo scritto.

A distanza di un mese, l’allenamento mentale ha aiutato i giocatori ad avere maggiore dimestichezza con gli schemi di gioco, riuscendo ad applicarli meglio nelle varie situazioni in campo. «Con il nostro metodo – spiegano i ricercatori – i giocatori apprendono le basi strategiche del calcio in minor tempo, riuscendo a valutare meglio quale approccio tattico può essere più utile nelle varie situazioni».

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