Io, io, io. E’ talmente focalizzato su di sé, da non considerare gli altri e, quando lo fa, si sente inevitabilmente superiore a loro. Il narcisista lo abbiamo incontrato tutti ma, a differenza di quanto comunemente ritenuto, non è così immediato riconoscerlo. Alcuni psicologi dell’Università dell’Arizona hanno, infatti, messo in discussione il segnale di narcisismo estremo: il parlare sempre di sé, appunto. «C’è una diffusa associazione tra l’uso della prima persona singolare, ciò che noi chiamiamo ‘I-talk’, e il narcisismo», spiega Angela Carey, una delle autrici della ricerca pubblicata sul Journal of Personality and Social Psychology che ha fatto crollare questo falso mito. «Un’idea che accomuna scienziati e persone comuni, e questo nonostante il fatto che il supporto empirico per questa relazione sia sorprendentemente scarso e generalmente inconsistente».
Se finora gli studi che supportavano il contrario traevano evidenze su piccola scala, il gruppo di ricercatori ha collaborato con altri quattro atenei, due negli Stati Uniti e due in Germania, per valutare il linguaggio degli ipotetici narcisisti su 4.800 volontari, la maggior parte donne e giovani. Sottoponendoli a test psicologici, per valutarne la personalità, e coinvolgendoli in conversazioni attraverso le quali era possibile analizzare la scelta dei termini utilizzati. Sembra, quindi, che il pronome ‘io’ non sia affatto un segnale di narcisismo. Come identificarli allora? La domanda, per il momento, resta aperta: secodo quanto affermano gli studiosi è importante riconoscere al primo impatto le personalità narcisistiche con cui si instaurano relazioni, ad esempio sul lavoro, definite dagli stessi come ‘tossiche’ a livello sociale e in qualche caso fonte di guai. «La prossima domanda, ovviamente, è in quale altro modo il narcisismo si rivela attraverso il linguaggio. Stiamo lavorando su questo problema in uno studio di follow-up utilizzando gli stessi dati».