Reagire al terrorismo
Dopo gli attentati a Bruxelles, torna la paura e lo sgomento in tutti noi. La politica reagisce innalzando il livello di allerta e militarizzando le nostre città, facendo aumentare la sensazione di essere in imminente pericolo. Come convivere con la paura del terrorismo? Che cosa bisogna fare? Chiudersi in casa o reagire? E come? Ecco i consigli della dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
Non lasciarsi prendere dall’ansia
L’ansia porta ad amplificare la reale portata degli eventi, che vanno invece ricondotti alla loro dimensione. Chiamare gli attentati di Bruxelles o quelli di Parigi “l’11 settembre del Belgio e della Francia” tende a esagerarne la portata distruttiva, che è ciò che i terroristi vogliono. Benché gravissime, le stragi in Europa non hanno la portata degli attacchi alle torri gemelle. Più che per creare un massacro, sono studiate per infondere terrore. “La prima reazione di fronte a questi eventi è la desensibilizzazione, il nascondersi dietro il ‘non è successo a noi’. La paura arriverà tra qualche giorno, quando torneremo alla vita normale, quando i nostri figli torneranno a viaggiare per andare a studiare fuori, quando la moglie attenderà il marito che è fuori per lavoro. Allora, è importante lasciarsi aiutare da esperti e familiari perché la paura che resta incitata nella nostra psiche non si trasformi in attacchi di panico o depressione.
Fiutare il pericolo
Approfondire le tematiche relative al terrorismo può aiutare a rendere più tangibile una questione che sembra inafferrabile e a riportarla a una dimensione concreta e gestibile. Dobbiamo avere i sensi più a aperti di come li abbiamo adesso. Fiutare il pericolo è qualcosa che abbiamo disimparato, ma oggi siamo chiamati a guardarci intorno, a essere curiosi anche di chi si aggira intorno a noi in metro o in aeroporto.
Seguire ritmi e schemi consolidati aiuta
L’addestramento militare lo insegna: le azioni routinarie possono aiutare ad affrontare con reazioni automatiche situazioni a forte rischio di stress. Condurre una vita “ordinata”, regolare e schematica potrà anche essere noioso ma senza dubbio è di grande aiuto nel tenere basso il livello di stress.
Continuare a condurre una vita normale
L’obiettivo dei terroristi è proprio quello di far crollare le nostre certezze. Come essere abitudinari aiuta, anche continuare a condurre la propria vita normale aiuta a non lasciarsi trasportare nella spirale del terrore. Bisogna sforzarsi di non cedere al terrore. In tempo di guerra, del resto, succedeva la stessa cosa: per quanto possibile, i civili continuavano a condurre la loro vita di sempre, sia perché non ci si può arrendere alla paura, sia perché questo è un modo per esorcizzarla. Il terrorismo si innesta in una società occidentale debole, in cui c’è una grande solitudine, e poco senso della vita. Questi attentati rischiano di farci diventare ancora più depressi e deboli. Dobbiamo ancorarci alla nostra vita, ai nostri affetti, ai nostri luoghi.
Con la paura si deve convivere
La paura è uno stato d’animo utile: serve a sopravvivere. Ma bisogna saperci convivere: da un lato non va sopravvalutata, per non correre il rischio che diventi padrona della nostra mente e delle nostre azioni; dall’altra non va nemmeno sottovalutata, perché in questo caso si rischia di diventare incoscienti e di sfidare la sorte. Per aiutare le persone a convivere con la paura si potrebbero creare spazi di condivisione delle emozioni: condividere i vissuti di eventi traumatici aiuta a superare la solitudine in cui spesso ci chiudiamo dopo fatti di questa portata.
Respirare e sgombrare la mente
Battere la paura è un esercizio mentale: la paura sta nella nostra mente. Come l’arte della meditazione aiuta a sgombrare la mente dai pensieri, lo stesso si può fare con il terrore che si impadronisce di noi. Per imparare a dominarlo bisogna imparare a dominare se stessi. Come per gli attacchi d’ansia, anche per la paura si può ricorrere a semplici esercizi: chiudere gli occhi, respirare profondamente, ripetere “non ho paura”. Certo, è difficile dominare se stessi quando si è deboli e non abituati al contenimento relazionale. È un percorso lungo, che richiede il ritrovamento del contatto con se stessi e con le proprie emozioni.
Rifugiarsi negli affetti familiari
La famiglia aiuta anche a combattere le paure: è il luogo dell’amore, dell’affetto, delle certezze. E le certezze servono a sconfiggere il mostro dell’insicurezza e del terrore.
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