Quando si può parlare di ipocondria? Preoccuparsi per la propria salute è umano e naturale. E ascoltare i segnali che il corpo ci manda è utilissimo anche ai fini della prevenzione di numerose patologie. A volte, però, l’apprensione si manifesta in maniera superiore al dovuto, e l’ansia prende il sopravvento. Che fare? Ecco i suggerimenti Laura Bellodi, direttore del Centro Disturbi d’Ansia e del Centro Disturbi del Comportamento alimentare dell’Ospedale San Raffaele Turro di Milano (puoi chiederle un consulto qui).
ANSIA FISIOLOGICA. È uno stato d’ansia che spinge ad aumentare l’attenzione sulla propria salute, mantenendosi però a livelli contenuti. Può anche avere un’accezione positiva perché aiuta a tenersi sempre sotto controllo. Dev’essere lo stimolo per consultare il proprio medico di fiducia o magari uno specialista, fidarsi della sua competenza e tranquillizzarsi se la sua diagnosi esclude la necessità di ulteriori accertamenti.
ANSIA PATOLOGICA. Se il paziente non riesce ad acquietarsi e si infila in un vortice senza fine di consulti e controlli, magari sempre inerenti alla stessa problematica, la sua reazione non è più sana e naturale ma diventa patologica. Il suo sistema psicofisico reagisce in maniera esasperata procurandogli disturbi reali o, più spesso, presunti. Il rischio è quello di entrare in un meccanismo di tipo ossessivo, che può portare a grandi passi verso l’ipocondria.
IPOCONDRIA. È il vero e proprio disturbo psichico, che porta a preoccuparsi eccessivamente e immotivatamente della propria salute, sopravvalutando anche il minimo sintomo.
Nella maggioranza dei casi si manifesta in personalità apprensive e insicure. A volte, però, può instaurarsi anche come reazione ad altre condizioni cliniche mentali, come ad esempio un profondo stato depressivo: in questo caso può assumere connotazioni deliranti, in quanto il paziente si convince di avere una malattia grave anche di fronte alla rassicurazione degli specialisti.
ACCORGIMENTI UTILI. È bene condurre uno stile di vita che riduca il più possibile le occasione di ansia e di stress, come ad esempio i cambiamenti radicali, i distacchi forzati, gli obblighi pesanti. Fa benissimo Amadeus a evitare sport estremi e stravizi alimentari che gli creerebbero ulteriore preoccupazione. Non dimentichiamo che qualunque forma d’ansia rappresenta pur sempre un sentimento di inadeguatezza personale all’ambiente esterno o a quello che pretendiamo da noi stessi, quindi occorre fare in modo di non appesantire il carico.
TERAPIE. Di fronte alla preoccupazione per eventuali sintomi di una malattia, la prima cosa da fare è consultare il proprio medico di fiducia, che sarà in grado di diagnosticare se si tratta di una reale patologia organica. In caso contrario, se riscontrerà un livello di forte ansia patologica o di ipocondria, potrà indirizzare a una terapia psicoterapica, decisamente consigliata: il problema, infatti, non sono i sintomi della presunta malattia, ma l’incapacità del soggetto di elaborare i limiti e la finitezza dell’essere umano e quindi l’inevitabilità del fine vita. Se invece la nevrosi ipocondriaca è iscritta in un contesto di depressione o di disturbo ossessivo, occorrerà prima trattare questi per vederla, alla fine, scomparire.
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