Passare troppe ore con gli occhi incollati al televisore a guardare film e fiction finisce per distorcere la nostra percezione della realtà, rendendoci più disinformati e creduloni indipendentemente dall’età o dal livello di istruzione. E’ quanto dimostra uno studio condotto dall’Università di Medicina di Vienna, pubblicato sulla rivista Death Studies.

Chiamatelo pure “effetto C.S.I.”, ma le mamme più sagge lo conoscono da molto tempo prima che queste serie americane impazzassero sui nostri schermi. I ricercatori lo hanno dimostrato numeri alla mano intervistando oltre 300 austriaci: dopo aver verificato quanto tempo trascorressero davanti al televisore, hanno messo alla prova le loro conoscenze in tema di attualità, chiedendo se pensassero che nel loro Paese vigesse ancora la pena di morte. Sebbene l’ultima esecuzione in Austria risalisse al 1950 e la pena capitale fosse stata abolita per legge nel 1968, quasi il 12% degli intervistati si è detto convinto che fosse ancora in vigore: i più sicuri erano proprio i telespettatori più accaniti.

La colpa, secondo i ricercatori, sarebbe da attribuire ai tanti film e telefilm americani che riempiono i palinsesti della tv austriaca: «le serie tv poliziesche, in particolare, continuano a descrivere il sistema giudiziario statunitense, dove la pena di morte gioca un ruolo centrale», afferma il ricercatore Benedikt Till.

Il mondo rappresentato nelle fiction è artefatto, lo sappiamo tutti, ma quello che pochi sanno è che finisce per alterare la nostra percezione della realtà. «Ad esempio – prosegue Till – chi guarda molto la tv tende a sovrastimare il numero di persone che ricoprono certe professioni spesso ritratte nelle fiction, come ad esempio medici, avvocati o poliziotti. Si tende anche a sovrastimare la probabilità di essere vittime di qualche crimine».

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