Timidi cronici

Timidi nella vita quotidiana, sfacciati ed estroversi sul palcoscenico. Accade anche alle grandi star di Hollywood, timidi insospettabili, di superare le difficoltà a relazionarsi con gli altri attraverso la recitazione. Ce lo spiega Armando Piccinni, dirigente del Day Hospital della prima Clinica psichiatrica dell’Universita di Pisa (puoi chiedere qui un consulto).

 

Timidi si nasce, perché è un tratto di personalità ereditato. Però ci si scopre tali da adolescenti, quando si esce dal nucleo familiare per confrontarsi con gli altri. E a quel punto ci si divide, con vari gradi e sfumature, in estroversi e introversi, ovvero in chi ha una particolare propensione alla ricerca di novità e in chi teme i danni che potrebbero derivare dalle interazioni sociali. I timidi appartengono naturalmente al secondo gruppo. Le loro caratteristiche restano per la vita, ma certo si possono attenuare, anche notevolmente.

 

TIMORI TRANSITORI- L’adolescenza è un momento di grandi trasformazioni fisiche, ragazzi e ragazze spesso si sentono inadeguati, brutti, goffi. Può seguirne una inibizione nei rapporti sociali, spesso per un’errata valutazione del proprio aspetto fisico. La chiave di volta? La volontà del soggetto.

 

LA RECITAZIONE- Per vincere le insicurezze, recitare è un toccasana. Esibirsi in pubblico funziona quando la timidezza non nasconde una forma grave di fobia sociale che dura tutta la vita. Sul palcoscenico si può guarire, o almeno si possono ridurre molto i rossori, gli impacci e l’introversione.

 

ALTRE CURE- Nei casi più seri si può ricorrere alla psicoterapia e ai farmaci: i più efficaci sono i serotoninergici, che migliorano il tono dell’umore e riducono la paura del giudizio degli altri. La psicoterapia è quella cognitivo comportamentale: il paziente viene messo in situazioni che la sua timidezza gli farebbe evitare e il terapeuta lo guida a dominarle.

 

da Ok Salute e Benessere – dicembre 2014