Autismo e coronavirus: come gestire questa fase? La diffusione del virus ha come inevitabile conseguenza quella del cambiamento delle nostre abitudini, tra cui la chiusura delle scuole e di tutti i centri di aggregazione nel tentativo di frenare il contagio. Questo ha significato il profondo cambiamento anche all’interno delle famiglie con un bambino che vive con lo spettro autistico. Per legge questi bambini possono uscire di casa. Generalmente i genitori li vestono di blu o mettono un fiocchetto blu sulla vettura per far capire alle altre persone che c’è un ragazzino con un disturbo dello spettro autistico, che ha diritto a uscire. Molti genitori hanno segnalato sui social di essere stati insultati perché portavano in giro i loro figli in questi giorni.
Autismo e coronavirus: cancellate le iniziative legate alla Giornata Mondiale
Per le limitazioni imposte dai governi tutte le iniziative programmate nella Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo sono state cancellate. Resta solo quella che vede diversi importanti monumenti in tante città in giro per il mondo che si tingeranno di blu, il colore scelto dalle Nazioni Unite per l’autismo.
I nuovi dati dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico fanno sapere che in Italia 1 bambino su 77 nella fascia compresa tra i 7 e i 9 anni convive con un disturbo dello spettro autistico. La prevalenza è per i bambini: i maschi sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine.
Autismo e coronavirus: le famiglie sono ora ancora più sole
Le già insufficienti reti di supporto, che si trovano principalmente nelle scuole e nei centri educativi, sono chiuse. Improvvisamente, senza poter esattamente capirne i motivi, questi bambini hanno visto dei cambiamenti radicali nelle loro vita, aumentando il loro senso di disagio e frustrazione.
L’educazione di un bambino con autismo richiede la partecipazione di personale altamente qualificato e la mancanza di regolarità può far perdere anni preziosi di lavoro. Anche i ragazzini che avevano cominciato ad affrontare con autonomia alcuni percorsi, come quelli scolastici, si trovano improvvisamente senza il contatto con i propri compagni di scuola e i propri educatori. Rapporti importanti per tutti, che per loro diventano fondamentali.
Restano a casa con i loro genitori, in isolamento, rischiando una regressione dei passi fatti. Le famiglie sono già sottoposte all’ansia che vivono tutti i cittadini della diffusione del virus, con la paura che il figlio con autismo possa ammalarsi e debba essere ricoverato negli ospedali, allo stremo per la virulenza del virus e senza la possibilità, nell’eventualità di un ricovero, che i genitori possano stare loro vicini.
Autismo e coronavirus: come far vivere questa fase dell’esistenza ai bambini e ai ragazzi?
I consigli principali sono quelli di utilizzare delle immagini in sequenza da appendere in caso per il rispetto delle regole, come ad esempio quella di lavarsi molto bene le mani. Si può usare la metafora del gioco per proseguire con l’insegnamento di alcune attività. O ancora con le storie sociali – testi che aiutano in modo chiaro a descrivere una situazione – si può spiegare loro perché si debba rimanere in casa.
Parlarne o no?
Sono persone particolarmente sensibili ai cambiamenti e allo stress emotivo. Parlare o no del coronavirus con il proprio figlio con autismo? Secondo Hayley van Zwanenberg, psichiatra del Priory’s Oxford Wellbeing Centre, bisogna spiegargli in modo semplice cosa sia la malattia, ma limitare al minimo possibile l’esposizione alle notizie che arrivano dalla tv o dalla radio.
Riorganizzare la routine quotidiana insieme al bambino se possibile
Se i bambini sono frustrati dal fatto che le loro attività sono cancellate, un altro consiglio è quello di fare insieme un cartellone in cui tutte queste attività vengano elencate e riprogrammate. In questo modo si cerca di far capire loro che c’è stato solo uno spostamento di date e non una decisione di cancellarle. Bisogna riorganizzare la routine quotidiana insieme al bambino, in modo che pian piano si possa riabituare alla nuova situazione. Anche se dovessero cambiare le abitudini alimentari, perché è più complesso accedere ai soliti negozi, bisogna creare nuovi menù insieme a loro.
Attenzione: non sono abituati ad avervi in casa tutto il giorno
La presenza costante dei genitori o magari di fratelli in casa per 24 ore al giorno, può essere un problema per alcuni di loro. Il consiglio è quello di stare attenti ad esempio all’intensità dei rumori. È importante, se possibile, che abbia uno spazio tranquillo, dove possa accedere tutte le volte che lo voglia.
Il riposo gioca un ruolo cruciale
Il consiglio è quello di non far bere bevande che contengano caffeina. L’esercizio fisico, laddove è possibile, è assolutamente da svolgere. Evitare l’uso di tablet e smartphone prima di andare a dormire. Anche mantenere gli stessi orari gioca un ruolo cruciale.
Mantenere i contatti con le persone a lui più vicine
Può essere utile anche incoraggiarlo a mettersi in contatto in via telematica o telefonica con le persone che gli mancano. In questo modo continuerà a vederli e nel momento del reinserimento sociale, avrà meno ansia.