Adolescenti e cibo: dall'anoressia al binge eating, i sintomi del disagio

I più conosciuti sono l’anoressia e la bulimia, ma oggi si parla anche di Binge Eating Disorder in ambito di disordini alimentari giovanili. Come riconoscerli e da che cosa sono causati? Abbiamo chiesto consiglio e approfondito l’argomento con Giuseppe Valerio Mavilia, psicologo-psicoterapeuta, neuropsicologo, pedagogista (puoi chiedergli un consulto qui). È docente al Master DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Torino.  

Quali sono i disturbi alimentari più frequenti nei giovani?

Da un punto di vista psicopatologico i disturbi alimentari sono un’alterazione delle abitudini alimentari, caratterizzati da un’eccessiva preoccupazione per le forme del corpo e in particolare per il peso, sia in eccesso sia in difetto.
Le due forme più comuni in ambito di disturbi alimentari giovanili sono l’anoressia e la bulimia, che si manifestano principalmente nelle ragazze nella fascia di età tra i 15 e i 25. La prima è una preoccupazione per una mai sufficientemente buona magrezza, un’ossessione per il peso che alle volte è scambiata per un segnale di benessere influenzato anche dai media. Dagli anni ottanta a oggi il modello proposto da televisione, cinema e moda è sempre stato quello di un corpo atletico, magro e performante e spesso il messaggio lanciato è che a questo corpo corrisponda una mente brillante, efficace e di successo. In realtà è una trappola soprattutto per gli adolescenti che non sono così strutturati e hanno l’esigenza di identificarsi con delle figure che però nella realtà spesso non esistono. L’eccessivo controllo porta a un’ossessione e da questa si sfocia nella patologia.
La bulimia si caratterizza per la continua introduzione di cibo in un breve lasso di tempo, accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, fino ad arrivare al vomito che può essere autoindotto oppure all’utilizzo di diuretici e lassativi e all’aumento dell’attività fisica.

Che cosa è il Binge Eating Disorder?

È un disturbo frequente nelle adolescenti che si caratterizza per l’alternanza di bisogno di cibo compulsivo (dolce e salato insieme) al quale seguono dei comportamenti repulsivi di allontanamento. Questo tipo di disturbo è il più presente e il meno eclatante perché mentre l’anoressia e la bulimia provocano delle conseguenze molto serie, mettendo anche a rischio la vita di chi ne soffre, il Binge Eating Disorder non causa evidenti conseguenze né cambi eccessivi di peso. Però la sofferenza psichica di chi ha queste affezioni è molto pesante. Il pensiero del cibo diventa così assillante che spesso si evita di trovarsi in situazioni come cene, compleanni o ricorrenze perché non si è capaci di gestire il rapporto con il cibo.

Quando si parla di patologia vera e propria?

Questi comportamenti non sempre dimostrano che una persona soffre di disturbi alimentari. Si parla di patologia quando queste condotte ossessive ed eccessive diventano preponderanti e comportano anche delle modifiche dal punto di vista funzionale e delle condotte di vita. Inoltre è necessaria una diagnosi basata su alcuni parametri come ad esempio nel caso di donne, la compromissione dei tempi del menarca. Per diagnosticare l’anoressia occorre indagare a fondo dal punto di vista specialistico per cogliere diversi parametri. Non basta l’atteggiamento verso il cibo.
Le cause sono differenti, ma oggi si tende a concentrarsi su quella ambientale specie in adolescenza, che può incidere fortemente su alcune tipologie di personalità vulnerabili, con l’Io non particolarmente strutturato. Cercando dei modelli, il giovane si aggrappa a quelli proposti dai media. Molto accreditata è anche la tesi secondo la quale nei soggetti che soffrono di anoressia e bulimia vi è anche un’incapacità di valutazione e di percezione e costruzione della propria immagine corporea. Altre cause sono riconducibili alla presenza di patologie psichiatriche come i disturbi ossessivo-compulsivi, la depressione, i disturbi d’ansia o l’abuso di sostanze o di alcol. Questi disturbi si possono “agganciare” a condotte alimentari scorrette.

I disturbi alimentari colpiscono soltanto le donne?

Questi disturbi fino a qualche anno fa appartenevano principalmente al mondo femminile, mentre da qualche tempo si è osservata la presenza di un fenomeno strettamente maschile: la vigoressia. Questa patologia si basa sulla ricerca ossessiva di una forma fisica perfetta, su un ideale estetico esagerato che spinge a utilizzare integratori e anabolizzanti per gonfiare la massa muscolare e rendere i muscoli sempre più vigorosi.

Come si curano i disturbi alimentari?

La diagnosi del disturbo è il primo passo e richiede l’intervento di uno specialista che sappia cogliere i disagi e le sofferenze profonde di chi ne è colpito. È un processo complesso, che richiede del tempo e che non può risolversi in un solo incontro.
I trattamenti di solito coinvolgono anche i famigliari. Può essere utile una psicoterapia con un indirizzo cognitivo comportamentale. A volte sono necessarie delle cure farmacologiche di competenza medico-specialistica, che possono avere un effetto antidepressivo o farmaci anticompulsivi. Esiste anche la possibilità di un trattamento ospedaliero, o di un ricovero presso centri specifici dove poter riceve il giusto supporto medico e psicologico.

Eliana Canova

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