I 10 campanelli d’allarme
Quante volte ci siamo chiesti se nostro figlio potesse essere vittima di bullismo? Per una volta, però, passiamo dall’altra parte della “barricata” e proviamo a interrogarci proprio sulla questione opposta: ci si può accorgere se il nostro ragazzo è (o diventerà) un bullo? Sì, possiamo prestare attenzione ai campanelli d’allarme che potrebbero suggerire un comportamento “a rischio”.
Se i genitori capiscono tempestivamente che qualcosa non va, si può correre ai ripari: «Del resto, sebbene vogliano dominare violentemente sull’altro, i bulli hanno bisogno di aiuto tanto quanto le loro vittime» chiarisce Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
È sempre nervoso o troppo silenzioso
Il primo campanello d’allarme è l’evoluzione dell’atteggiamento: se nostro figlio diventa inspiegabilmente nervoso e impulsivo o, al contrario, si chiude a riccio, dobbiamo insospettirci. «Le caratteristiche di un bullo sono la spavalderia e la negazione della propria fragilità» spiega Spagnuolo Lobb. «Ma il ragazzo potrebbe anche essere fin troppo silenzioso, come se vivesse solo covando risentimento e aspettando la possibilità di esercitare il proprio potere perverso».
È aggressivo
Quando nostro figlio reagisce in modo violento a rimproveri e imposizioni, denigra apertamente altri ragazzi o gli adulti e passa molte ore da solo (spesso davanti al computer), significa che qualcosa non va. A questo punto «la prima cosa che un genitore deve fare è stare vicino al figlio e osservare i suoi modi di essere, cercando di capirlo empaticamente. Senza scoraggiarsi, perché è solo dalla relazione coraggiosa con i figli, dal non temere di “disturbarli” o di essere soffocanti, che nasce la possibilità che crescano con buone abitudini» ammonisce la psicoterapeuta.
In famiglia ci sono stati abusi
Spesso dietro agli atteggiamenti da bullo esistono abusi pregressi di natura familiare. «Si tratta di «ragazzi che hanno subito umiliazioni e vessazioni dai genitori o dagli educatori e che, per questo motivo, non hanno potuto sviluppare un potere personale pieno e rispettoso verso l’altro» avverte la dottoressa. «Va a finire che devono “rubare” la stima di sé ai più deboli, perché l’unico modo che hanno per sentirsi potenti e validi è l’abuso di potere su chi sentono fragile. E si sentono legittimati a farlo perché anche loro l’hanno subito».
Frequenta cattive compagnie
Il pericolo delle cattive compagnie, che possono deviare il percorso lineare di nostro figlio, è sempre dietro l’angolo. «La società malata arriva a lui prima e più che a noi, attraverso internet e coetanei malandati. Ecco perché i genitori devono continuare a controllare le frequentazioni dei figli e la sfida per loro è proprio il farlo con amore e non con ansia soffocante» commenta Spagnuolo Lobb.
Vuole appartenere a un gruppo
Spesso alla base del bullismo non ci sono abusi familiari ma l’influenza negativa del gruppo. «Per essere qualcuno in quel gruppo, per dimostrare di non avere paura, imitano chi li istiga, hanno bisogno di appartenenza. Per questo, non possiamo più lasciare che i nostri figli crescano da soli» avverte la psicoterapeuta.
Si imbarazza davanti a gesti d’affetto
I bulli, spiega la psicoterapeuta, «spesso si mostrano imbarazzati davanti a gesti d’amore e d’affetto dei genitori: non reggono l’emozione di essere amati e devono fuggirla come un paradiso perduto».
È iperconnesso anche di notte
La Rete costituisce uno dei pericoli maggiori: come spiega la dottoressa, il bullo è sempre iperconnesso perché da dietro lo schermo può affermare facilmente il proprio potere, nutrendo sempre più autostima.
Passa troppo tempo in chat o sui social
«Le chat e i social educano i ragazzi a un potere manipolativo, virtuale e impersonale che non passa più dalla relazione umana e dalla negoziazione dei sentimenti. E quindi diventa un ambiente ideale per i bulli» dice la psicoterapeuta. «L’atteggiamento di controllo da parte dei genitori, dunque, oggi è più che mai necessario e non ci si deve vergognare di farlo».
Non rispetta le regole
Il bullismo spesso è figlio di un’educazione carente sul piano del rispetto delle regole. «Se i genitori non intervengono quando le regole di casa vengono violate, a lungo andare il bambino può cominciare a pensare che questo comportamento non solo sia tollerabile e accettabile, ma anche vantaggioso. Se il desiderio di ottenere qualcosa non incontra ostacoli ed è privo di rischi e conseguenze anche davanti ad atteggiamenti e comportamenti di prepotenza e prevaricazione, diventa normale pensare che tutto è permesso. E che anche la regola di non far male e di non abusare degli altri si può tranquillamente ignorare» conferma Spagnuolo Lobb.
Il suo rendimento scolastico è scarso
Gli atteggiamenti di bullismo, spesso, si accompagnano a scarso rendimento e insuccesso scolastico, fino ad arrivare all’abbandono degli studi. Come spiega la psicoterapeuta, questo accade soprattutto quando abbiamo di fronte i cosiddetti “bulli gregari”, cioè quelli che agiscono istigati da un gruppo.
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