Festa del papà
Una delle sfide più impegnative ma anche più entusiasmanti del mondo maschile è quella della paternità, ruolo in continua evoluzione. In occasione della Festa del papà Federico Ghiglione, pedagogista, “creatore” del sito professione papà, autore di “I Papà spiegati alle Mamme” per Einaudi, ci ha regalato i dieci consigli per tentare di essere un bravo padre contemporaneo. Eccoli!
Ogni coppia è un progetto educativo
Il papà deve stringere una forte alleanza con la mamma, deve rendersi conto che ogni coppia deve costruirsi il proprio progetto educativo. Non innamorarsi delle proprie idee. Fare una vera alleanza con la mamma, e sapere che quella alleanza sarà il prodotto delle due diverse esperienze portate dai genitori. Bisogna mettere queste esperienze insieme per farne una nuova. La prima cosa insomma è rendersi conto di far parte di un progetto a due.
Mamme aiutateli!
Le mamme devono capire che i papà stanno cercando un nuovo modo e che quindi non potendosi appoggiare su modelli genitoriali che hanno visto durante la loro vista devono inventarselo questo modo nuovo. Le mamme sono le prime responsabili per incoraggiare questo cambiamento e devono lasciare anche dello spazio ai papà.
Il padre autoritario ha fallito
Il ruolo dei padri è cambiato principalmente grazie al fallimento della figura del padre autoritario. Da lì c’è stata la necessità d’inventarsi un nuovo modo che vedesse i papà più coinvolti dal punto di visto emotivo e da quello proprio di assistenza e di cura dei propri figli, di disponibilità di tempo e di affetto. Compito difficile perché bisognava trovare una figura che fosse vicina dal punto di visto affettivo, ma che mantenesse la capacità di educare. Educare in modo autoritario è facile, ma perdente. Educare in modo diverso è più complesso, perché occorre trovare un equilibrio difficile.
No ai padri amici
Questa è la prima cosa da non fare. È una via sbagliata per arrivare al rapporto con il proprio figlio. È una via che sembra facile, ma che poi non lascia lo spazio a quella distanza gerarchica che serve per educare un bambino.
Non giocare e basta
Spesso i padri per appropriarsi del lato affettivo ed emotivo pensano, sbagliando, che sia sufficiente giocare e basta con i loro figli. Il papà non deve pensare di avere esaurito il suo ruolo solo giocando, ma anche educando, che è poi il compito più complesso, ma anche quello fondamentale che lo deve vedere protagonisti.
Non aver paura dello scontro
Durante l’adolescenza dei figli il papà non deve avere paura dello scontro. In questo periodo i ragazzi hanno bisogno di una sponda, magari anche per andarci contro ed emanciparsi. Il papà quindi deve avere la forza di superare la frustrazione di perdere un po’ di affettività e di armonia, in nome del mantenimento di una regola. Poi non è detto che il ragazzo seguirà quella regola, ma almeno ha un punto di riferimento attorno al quale formarsi. Magari anche contro il quale formarsi, ma l’importante in questi casi è esserci.
Insegnare ai figli cos’è l’amore
I ragazzi oggi hanno bisogna di un’educazione affettiva ed emotiva. Hanno bisogno di capire cos’è l’amore e che la sessualità dev’essere abbinata a quello. Perché hanno un’educazione al sesso molto “meccanicistica” e quindi rischiano di perdersi qualcosa. Devono imparare che esiste un linguaggio dell’amore e che la sessualità fa parte di questo. Poi esiste anche la sessualità spicciola, ma almeno devono essere messi in grado di capirne la differenza.
Essere il modello di uomo di riferimento
Sforzarsi di capire che specialmente per le figlie i papà devono essere il modello di uomo di riferimento, in modo che la ragazza abbia un’attrezzatura sufficiente per sapere scegliere. Più si sarà stato un padre positivo, più la figlia sarà consapevole della scelta dell’uomo giusto. Non dimenticandoci che l’adolescenza è anche il tempo degli errori.
Avere la forza di sopportare gli errori dei figli
Prima di prendere forma un adolescente ha bisogno di sbagliare anche tanto e probabilmente un padre nei confronti di un figlio che sbaglia soffre su due piani: sia dal punto di vista educativo, sia da quello di amor proprio. E il secondo è il piano più difficile.
Ricordarsi di essere un modello
Fare il mestiere del genitore ha anche una parte simbolica e il padre deve sforzarsi di tenere il punto, perché rappresenta un esempio per i propri figli e si sa che i figli fanno quello che vedono come modello e non quello che si dice loro. Il papà deve provare a rappresentare un modello definito, non incerto, anche se questo può significare essere incoerenti. Il tentativo dev’essere quello di essere un punto fermo.
Francesco Bianco
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